2020: la maestra deve essere asessuata, come i puffi

PREMI PLAY PER ASCOLTARE L’ARTICOLO

Revenge porn a Torino, con astanti, giuria e motivazioni medievali.

Le maestre d’asilo, secondo il parere di alcune mamme e di una direttrice scolastica bigotta, non possono avere una vita sociale parallela a quella della struttura dove lavorano. Non possono di conseguenza avere una vita sessuale, soprattutto quando commettono il tremendo errore di mandare un qualcosa di intimo e intrigante al proprio fidanzato, il quale in un gesto maturo e virile, diffonde il tutto “per goliardia” ai suoi amici del calcetto.

Cosa è accaduto

Una maestra d’asilo si frequenta con un giovane giocatore di calcetto. I due si piacciono e si divertono insieme. E viene un momento in cui, per complicità e fiducia, lei invia al suo lui 18 foto e un video “intimi”, sapendo di potersi fidare. Poi accade, come per tante coppie, che la storia finisce, ma le foto restano. E arriva il momento che il giovane, mosso da un impeto goliardico, si fa lo svelto sul gruppo whatsapp del calcetto, mostrando il suo trofeo. Accade però che una moglie di uno dei fortunati destinatari riconosce dal video la maestra e a sua volta lo diffonde al gruppo delle mamme della stessa scuola (immaginate i commenti indignati), perché questa sporcacciona è anche insegnante dei propri figli e la cosa non è accettabile, non può essere tollerata. Non finisce qui però: la mamma-inquisitrice sembra anche aver contattato la porno maestra per ammonirla e farle promettere di non fare più queste cosacce e alla richiesta della maestra di cancellare tutto previo denuncia la risposta è stata “se denunci mando tutto alla dirigente scolastica”.

A questo punto la maestra è sopraffatta dagli eventi e non le resta che recarsi dai Carabinieri per sporgere querela e di conseguenza il video incriminato arriva, per ripicca, all’attenzione della direttrice, perché ad azione corrisponde conseguenza. Cosa avrà fatto poi la direttrice?

Il sostegno morale della direttrice: licenziata e marchiata a vita

“Così non troverà più lavoro”: questa la motivazione che ha spinto la direttrice a licenziare la maestra, assicurando che non avrebbe più trovato lavoro. Senza cercare di comprendere, di capire cosa sia accaduto, la direttrice si è piegata alla volontà delle mamme schifate che non possono accettare di sapere che una maestra, prima di tutto è una donna e che una donna, quando non è al lavoro, è libera di fare quello che crede sia giusto ed in linea con un contesto tuttavia naturale, come mi auspico abbiano fatto le stesse mamme e la direttrice per fare i loro figli che hanno mandato poi all’asilo. E come si faceva al colosseo, a furor di popolo, il Cesare di turno poneva il proprio pollice verso su o verso giù. E morituri te salutant.

Nel 2020 ac

Indagata la mamma delatrice: estorsione e diffamazione, che assieme al marito si difendono accusando la maestra del gesto al grido di “Ha sbagliato lei a inviarlo, quelle cose non si fanno”

Indagata la direttrice: diffamazione. Che senza pensarci due volte, trasmuta al contempo in giuria giudice e boia.

1 anno di servizi sociali: il giovane calciatore, forse costui è davvero quello più pentito della stupidaggine che ha commesso.

Nel processo sicuramente verranno fuori tanti altri contesti dei quali è inutile continuare a parlare, perché questa storia avrebbe fatto specie anche a Pasolini.

Immaginate per un attimo solo la vergogna di questa povera persona, il disagio di camminare per strada guardando i volti delle persone e andare a lavorare, anche dopo tutta questa gogna, con il pensiero fisso del capire cosa pensa chi le sta davanti, scrutando di sguardo in sguardo, ogni giorno della sua vita. Per un telefonino e una masnada di beceri bigotti. Dovremmo sapere il nome di questa donna per mandarle le nostre scuse di una società malsana e ricordarle che per ogni persona come queste che ha incontrato, e che hanno anche da ridire sulla loro innocenza, ce ne sono tante altre che ripongono rispetto e stima per il lavoro deputato a formare giovani vite del nostro futuro.

Funga da memento

Basta un video hard per perdere il posto di lavoro e andare sotto un ponte, non dovete organizzarvi in cose troppo fantasiose, fatevi un video esplicitamente sessuale e mandatelo a qualcuno: vedrete che in poco tempo i falsi moralisti che non fanno sesso (probabilmente da tanto) vi presenteranno il conto cercando di demolire la vostra vita e distruggere l’integrità morale che possedete e a nulla servirà dire che sul posto di lavoro siete persone serie e professionali.

Ora, sapendo che ci sono persone potenzialmente dannose per la vostra esistenza, quando vi viene in mente di farvi una foto o un video “particolari” da mandare a qualcuno che in quel momento vi sembra sia fidato, sappiate che le amicizie passano ma le confidenze restano. Per il resto divertitevi come credete sia giusto ma state alla larga dal “gruppo delle mamme di whatsapp”, che ultimamente da quelle parti tira una brutta aria.

jokerslotufa007